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Coburn era il capotribù degli Shandia.[1]

Aspetto[]

Era un uomo anziano con lunghi capelli grigi, folti baffi, barba e sopracciglia. Così come gli altri Shandia aveva un piccolo paio di ali dietro alla schiena. Indossava una lunga veste a righe verticali verde oliva e arancione tenue, con motivi neri, oltre ad un copricapo composto dalla testa di un felino e diverse piume. Portava con sé un lungo bastone con pelliccia e una maschera tribale in cima.

Carattere[]

Era saggio e poneva il bene del proprio popolo davanti alle loro tradizioni.

Forza e abilità[]

Aveva autorità su tutti gli Shandia e prendeva ogni decisione riguardante il villaggio, lasciando però le questioni religiose al pantri. Sapeva inoltre cosa fossero i Poignee Griffe, ma come gli altri Shandia non era in grado di leggerli.[2]

Storia[]

Passato[]

Quattrocento anni prima dell'inizio della narrazione, un'epidemia si diffuse nel villaggio causando un centinaio di morti. Prima di morire, Chiya disse che doveva sacrificare Musse al dio Kashi.

Coburn vide la giovane venire condotta su una piccola imbarcazione all'altare sacrificale, dove fu adagiata. Quando Kashi stava per divorarla, qualcuno entrò in acqua e decapitò il serpente. Il responsabile liberò poi Musse. Coburn sentì gli altri Shandia disperarsi e chiedere a gran voce un sacrificio. Vide poi Calgara combattere contro lo straniero, mentre l'equipaggio di quest'ultimo fu catturato dagli altri Shandia. Quando l'uomo chiese del tempo affermando di potere guarire i malati, cosa che se ne fosse riuscito a fare avrebbero potuto sacrificarlo, ne fu colpito.

Lo straniero affermò che se fosse riuscito a curare il villaggio e non sarebbe fuggito, allora avrebbero dovuto giurargli che simili barbarie non sarebbero più accadute. A quel punto Coburn acconsentì, dandogli tempo fino al tramonto del giorno successivo, cosa che l'uomo accettò.

Giunta la sera, nella sua abitazione, alcuni Shandia gli chiesero perché non avesse lasciato che Calgara uccidesse lo straniero, il quale per il loro parere doveva essere trucidato solo per essere sbarcato sull'isola. Altri gli ricordarono che quell'uomo aveva ucciso il dio Kashi e che sarebbero stati colpiti da immani disastri. Coburn replicò che il giorno seguente avrebbero avuto le risposte che cercavano, sottolineando che lo straniero aveva detto che avrebbe salvato il villaggio, oltre al fatto che non era una vergogna attendere. Un altro Shandia gli rispose che era troppo clemente e che quell'individuo era soltanto un uomo, sottolineando che il villaggio era posseduto da uno spirito maligno che soltanto gli dei potevano scacciare, domandando come avrebbero potuto risolvere la questione ignorando le ultime parole del pantri, l'unico in grado di parlare con gli dei. Uno dei presenti chiese a Calgara di dirgli qualcosa, il quale si limitò ad affermare che se avesse avuto un presagio negativo sulla sorte del villaggio non avrebbe esitato a sbarazzarsi dello straniero, mozzandogli la testa prima che sarebbe giunta la sera del giorno successivo. Coburn non si oppose, sottolineando che il pantri era morto e lui non possedeva la capacità di parlare con gli dei, tuttavia, affermò di udire lo voci zelanti di uomini bramosi. A quel punto vide Calgara uscire.

Il mattino seguente, un violento terremoto scosse l'isola. Quando stava per avvicinarsi il tramonto, Coburn vide molti Shandia giungere nei pressi della gabbia dei prigionieri poiché desiderosi di iniziare la cerimonia sacrificale, ma Set si sedette davanti e quando gli dissero di togliersi, il ragazzo affermò che i guerrieri che aveva sempre ammirato avrebbero dovuto onorare la loro parola.

Giunta la sera, i prigionieri furono condotti all'altare sacrificale, ma la cerimonia fu interrotta quando Calgara fece ritorno con lo straniero. Gli Shandia furono così curati e Coburn vide festeggiare il suo popolo assieme ai loro salvatori.[3]

Fu d'accordo che a questi ultimi venisse mostrata Shandora e che potessero prendere tutto l'oro che volevano, campana esclusa.[4]

Passato un mese dall'arrivo di Montblanc Noland e del suo equipaggio, venne a sapere che entro pochi giorni sarebbero partiti e che avevano abbattuto gli alberi consacrati. Disse agli altri Shandia che l'esploratore sarebbe stato lì a momenti e li ammonì dicendo loro di non parlare dell'incidente della notte precedente. Rivelò loro che gli avevano assicurato che entro pochi giorni avrebbero lasciato l'isola e fino ad allora non avrebbe ammesso azioni irresponsabili, domandando se fosse stato chiaro. Uno Shandia disse che loro non potevano coesistere e un altro che non importava se Noland fosse in grado di produrre medicine prodigiose, in quanto macchiato dal suo atto blasfemo contro il dio. Quando un altro gridò se fosse così potente da calpestare impunemente il loro passato, Coburn gridò a tutti di tacere perché stavano arrivando.

Una volta giunti, nessuno Shandia rivolse loro parola, ad eccezione di Set che rivelò a Noland che Calgara non voleva più vederlo e domandò quando aveva intenzione di andarsene. Coburn vide quindi l'esploratore tornare nella foresta assieme al suo equipaggio. Uno Shandia gridò poi di non riuscire più ad essere comprensivo così Coburn replicò di non esternare le emozioni e di limitarsi a lasciare andare quegli uomini.

Il giorno seguente, uno Shandia sottolineò che la nave degli stranieri era ancora lì, ma Coburn rispose che presto se ne sarebbero andati e che non voleva incidenti.

Poco dopo Musse giunse di corsa al villaggio in lacrime e domandò agli Shandia cos'avrebbero fatto se per esempio qualche albero prezioso fosse portatore di germi e magari avesse propagato una devastante epidemia, oltre se si sapesse per tempo che quel veleno avrebbe potuto distruggere l'isola. Coburn vide quindi Musse supplicare Calgara affinché andasse a fermare l'equipaggio di Noland, ma il guerriero si rifiutò visto quanto da loro compiuto, così la ragazza gli gridò che se non lo avesse fatto lo avrebbe rimpianto per il resto della sua vita. Gli disse inoltre che quella era un'amicizia sincera come non ne aveva mai avute e che non voleva forse lasciare che l'orgoglio degli Shandia venisse macchiato per sempre. Calgara le domandò di cosa diavolo stesse parlando così sua figlia spiegò a tutti che i loro alberi consacrati erano di fatto morti perché avevano contratto la febbre del legno, i quali avrebbero potuto contagiare nuovamente anche loro e che l'abbattimento era dunque necessario per evitare un'epidemia che si sarebbe estesa a tutta l'isola. Concluse che gli esploratori avevano solo cercato di proteggerli un'altra volta e che gli Shandia invece avevano ragionato solo dal loro punto di vista, cosa che li stava facendo perdere ciò che di importante avevano costruito. Vide quindi Calgara correre verso la costa.[5]

Rimase poi con Musse mentre altri Shandia andarono a suonare la campana d'oro per farla sentire a Noland, che anche lui udì.[5]

In un periodo imprecisato morì.

Note

  1. One Piece Vivre Card.
  2. Vol. 31capitolo 290 ed episodio 188, Calgara lo rivela.
  3. Vol. 31capitolo 289 ed episodio 188.
  4. Vol. 31capitolo 290 ed episodio 188, Calgara rivela che il villaggio è d'accordo.
  5. 5,0 5,1 Vol. 31capitolo 291 ed episodio 189.

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