Shimotsuki Ushimaru era il daimyo di Ringo.
Indice
Aspetto[modifica | modifica sorgente]
Ushimaru aveva il naso pronunciato, la mascella quadrata e dei lineamenti molto marcati. Aveva i capelli blu raccolti in un folto codino ed indossava un kimono chiaro all'altezza del petto con impressi dei fiori e scuro nella parte inferiore, oltre a un mantello bianco con impressi dei rombi sulle spalle.
Trentanove anni prima dell'inizio della narrazione, indossava un kimono scuro con un motivo chiaro e un mantello con impressi dei tori.
Relazioni[modifica | modifica sorgente]
Onimaru[modifica | modifica sorgente]
Era affezionato a Onimaru.
Forza e abilità[modifica | modifica sorgente]
Come daimyo di Ringo, aveva il totale controllo della regione e dei suoi abitanti.
Armi[modifica | modifica sorgente]
Brandiva una spada ed era molto abile con essa.[1]
Storia[modifica | modifica sorgente]
Passato[modifica | modifica sorgente]
Divenne il daimyo di Ringo.
Trentasette anni prima dell'inizio della narrazione scoprì che Kozuki Oden era stato proclamato daimyo di Kuri.[2]
Ventisei anni prima dell'inizio della narrazione, Ushimaru si recò nella Capitale dei fiori per incontrare Sukiyaki, che era malato già da due anni. Lì quello che credettero essere lo shogun comunicò ai daimyo la sua intenzione di rendere Oden il prossimo shogun e, in sua assenza, di nominare reggente Orochi, il quale dichiarò di volere riabilitare il nome della famiglia Kurozumi.
In seguito alla morte di Oden, diciotto anni prima dell'inizio della narrazione, Kurozumi Orochi pose agli altri quattro daimyo una scelta: obbedirgli o combattere. Ushimaru combatté nell'amata guidata da Shimotsuki Yasuie per ribellarsi, ma ne uscì sconfitto a causa della forza di Kaido.
Due anni dopo morì e fu seppellito nel cimitero settentrionale di Ringo.
Curiosità[modifica | modifica sorgente]
- Il suo nome deriva da "Ushiwakamaru" (牛若丸?), nome di Minamoto no Yoshitsune nella sua infanzia.
Note
- ↑ Vol. 94, capitolo 953 ed episodio 954, Kawamatsu parla delle abilità di Ushimaru.
- ↑ Vol. 95, capitolo 962.