Uzuki Namida è un samurai del Paese di Wa.[1]
Aspetto[]
È un uomo di mezza età con irti capelli castani legati in un codino, una cicatrice sulla parte sinistra del volto, le sopracciglia folte e dei corti baffi. Ha un elaborato tatuaggio sul braccio sinistro e indossa la tipica uniforme da prigioniero.
Carattere[]
Per via delle torture subite, il suo spirito è stato spezzato e ritiene inutile ribellarsi ai Pirati delle cento bestie. Tuttavia ritrova la speranza e si mostra disposto a combattere per la famiglia Kozuki.
Relazioni[]
Famiglia Uzuki[]
È un membro della famiglia Uzuki.
Forza e abilità[]
È un samurai, quindi è addestrato a combattere.[1]
Storia[]
Passato[]
Dopo la salita al potere di Kurozumi Orochi e dell'invasione da parte dei Pirati delle cento bestie, Namida si rifiutò di servirli e fu imprigionato a Udon, dove il suo spirito fu piegato.
Saga del Paese di Wa[]
Durante la ribellione organizzata da Rufy, Namida rifiuta inizialmente di seguirlo.
Osserva altri prigionieri venire infettati e rimane sbalordito dalle parole di Cappello di paglia, che si lascia contagiare e li sprona a reagire. Namida rimane molto toccato dal suo discorso e gli chiede in lacrime se è davvero disposto a concedere loro un'altra occasione.
Quando la prigione viene conquistata, i prigionieri rimangono dubbiosi sull'identità dei Nove foderi rossi, ma si ricredono quando vedono Kozuki Momonosuke.
La notte della festa dei fuochi, raggiunge il porto di Tokage per riunirsi agli altri alleati. Sbarca in seguito ad Onigashima. Qui i samurai affondano le proprie navi per impedire che vengano scoperte e poi ottengono dei vestiti analoghi a quelli dei nemici grazie al potere di Kin'emon, per confondersi tra loro.
La sua sorte a seguito della battaglia è sconosciuta.
Differenze tra manga e anime[]
Aspetto[]
Nell'anime, non ha il tatuaggio.
Curiosità[]
- Namida in giapponese significa "lacrime".